La civiltà agropastorale: dai riti del grano alle Feste patronali
La civiltà agropastorale
Gli insediamenti del materano sono collocati nel contesto della civiltà dei popoli mediterranei, con le loro credenze, i loro riti e miti. La continuita’ non e’ solo fisica, si coglie non solo nelle strutture urbane, nell’evoluzione dalla grotta alla casa trogloditica, ma anche nelle feste. Ma il punto di snodo era nelle masserie, vero centro economico, dove gravitavano le maestranze di ambito agricolo e la manovalanza contadina. In tempo di mietitura, Matera era invasa da un esercito di stagionali. I grossi proprietari stipulavano in anticipo il contratto presso i due pizzoni nella piazza di Matera. Nel 1836, nelle 4 Masserie Malvezzi, risultano impiegati 180 uomini impiegati dal 15 giugno al 13 luglio nella mietitura di 556 ettari a cui poi vanno sommate le giornate passate nell’aia per la trebbiatura, e per il trasporto e stoccaggio. Attualmente gli stessi ettari si possono trebbiare in una decina di giorni con l’utilizzo di una moderna mietitrebbia.
Le Feste Patronali
La festa della Madonna della Bruna che si celebra a Matera il 2 luglio – una processione che culmina nella distruzione rituale del carro allegorico che trasporta l’effigie sacra – viene ricondotta ai riti di una civiltà agropastorale che venera la forza generatrice della Madre Terra, la nera Iside egiziana, la Persefone greca, madre di Dioniso. Il riferimento al raccolto è chiaro: la festa si celebra immediatamente dopo il raccolto dei cereali e rappresenta per la città il momento del ringraziamento per l’abbondanza dei raccolti. Lo stesso Carro Trionfale rappresenta simbolicamente l’abbondanza del carro ricolmo di grano. Lo stesso tragitto ancora oggi compiuto dal manufatto in cartapesta, ricalca il percorso che un tempo facevano i carri carichi di sementi che, partendo dalle varie Aie (presso le grandi masserie, Murgecchia nelle vicinanze della Vaglia, contrada Scatolino, ecc), raggiungevano la città. Proprio lungo questo itinerario ritroviamo Il Mulino Alvino, storico pastificio, e i vari lamioni dove veniva conservato il grano e dove tutt’oggi viene costruito il Carro Trionfale.
Anche la festa di Sant’Eustachio, il secondo patrono della città, ha una correlazione con l’abbondanza del raccolto. Infatti proprio il nome Eustachio significa letteralmente “buona spiga” per cui anche il bue sullo stemma della città porta in bocca tre spighe.
Agro-pastoral civilisation: from grain rites to patronal festivities
Agro-pastoral civilisation
The settlements of the Matera area are set in the context of the civilisation of the Mediterranean peoples, with their beliefs, rites and myths. The continuity is not only physical, it’s evident not only in the urban structures, in the evolution from cave to troglodytic house, but also in the festivities. But the focal point was in the farms (masserie), the real economic centre, where agricultural workers and peasant labourers gravitated. At harvest time, Matera was invaded by an army of seasonal workers. The major landowners would sign contracts in advance at the two ‘pizzoni’ in the square in Matera. In 1836, in the four Masserie Malvezzi, 180 men were employed from June 15th to July 13th in the harvesting of 556 hectares, to which must be added the days spent in the farmyard for the threshing, and for transport and storage. Currently, the same hectares can be threshed in about ten days using a modern harvester.
Patronal Festivities
The festivity of the Madonna della Bruna celebrated in Matera on July 2nd – a procession culminating in the ritual destruction of the allegorical chariot carrying the sacred statue – is traced back to the rites of an agro-pastoral civilisation that venerates the generating force of Mother Earth, the black Egyptian Isis, the Greek Persephone, mother of Dionysus. The reference to the harvest is clear: the festivity is celebrated immediately after the cereal harvest and represents for the city a moment of thanksgiving for the abundance of the harvest. The Triumphal Chariot itself symbolically represents the abundance of the chariot filled with grain. The same route still taken by the papier-mâché artefact today follows the route once taken by the wagons loaded with seeds that, starting from the various farmyards (at the large masserie, Murgecchia near the Vaglia, contrada Scatolino, etc.), reached the city. It is precisely along this route that we find the Mulino Alvino, a historic pasta factory, and the various lamioni where the grain was stored and where the Triumphal Chariot is still built today.
The festivity of Saint Eustace, the city’s second patron saint, also has a correlation with the abundance of the harvest. In fact, the name Eustace literally means “good spike of corn”, so that even the ox on the city’s coat of arms carries three spikes of wheat in its mouth.